Auteuil in Italia con "In nome di mia figlia"

Daniel Auteuil è un attore della Francia meridionale, e seppur si stia prendendo una pausa dalla sua passione e professione, il cinema, è in Italia che sta portando avanti un film che a lui sta molto a cuore, ovvero “In nome di mia figlia”, che sarà disponibile in Italia da domani.

Alleghiamo all’articolo dei ritagli di un intervista di repubblica.it.

E a lei è piaciuto fare il film?
“Non è un film come gli altri. Devi interpretare un uomo che ha sofferto il più assurdo dei dolori, un uomo che esiste davvero, e non puoi tradirlo. Ho considerato questo film come una missione, rispettato l’ossessione di giustizia di un padre”.

Ha mai parlato con André Bamberski?
“Gli ho soltanto chiesto a che punto fosse in rapporto alla sua storia. “È sempre dentro di me” mi ha risposto calmo. Ma si vedeva che era sconvolto. Il film gli ha risbattuto in faccia trent’anni della sua vita “.

Non è la prima volta che lei recita un fatto di cronaca mai dimenticato in Francia. Nel 2002, in “L’avversario” di Nicole Garcia, interpretava Jean-Claude Romand, il medico che nel ’93 uccise moglie, due figli e i suoi genitori. Altro ruolo bello e doloroso?
“Assolutamente. Recitando, non posso pensare che il mio personaggio le abbia vissuto davvero quelle cose. Preferisco rifugiarmi nel fatto che un film sia una finzione, qualcosa che qualcuno ha scritto di fantasia. Nel caso Bamberski ho subito pensato che lui fosse un uomo riservato, pudico nei sentimenti, e che in questo mi somigliasse. Ma a un certo punto mi sono chiesto: perché, allora, uno così accetta che la sua storia sia diffusa attraverso il cinema? Era un pensiero che mi provocava vertigini. Mi sono dato l’unica risposta in grado di farmi andare avanti. Lo ha fatto per sua figlia, mi sono detto, vuole che se ne parli ancora e ancora”.

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