Soltanto poche settimane fa, il rapper milanese Fedez lasciava la SIAE, in quanto si dichiarava contro il suo manipolio dei diritti musicali in Italia, e ora un suo “collega” cantante (seppur si tratti di un genere del tutto diverso), Gigi d’Alessio, segue le sue orme, annunciandolo al giornale “Repubblica”.
In un intervista spiega inoltre la motivazione della sua scelta: “Mi ha convinto la possibilità di avere un rendiconto dettagliato dei passaggi delle mie canzoni, racconta D’Alessio. Soundreef adotta un sistema analitico di monitoraggio dei diritti, rispetto a quello statistico di Siae: ogni passaggio del brano è tracciato e genera il relativo pagamento. Tecnologia che finora ha applicato alla musica di sottofondo dei locali (oltre 20mila) e agli eventi dal vivo, ma che dal prossimo anno estenderà anche alla raccolta su radio e televisione. L’aggio, il margine trattenuto dalla società, è superiore a quello della Siae (25 contro 21% per gli eventi live), ma i tempi di rendicontazione e pagamento più brevi. Sette e novanta giorni rispettivamente per gli eventi dal vivo, contro più di sei mesi. Non ci trovo nulla di male che se ne occupi una società privata, che deve fare profitto, dice D’Alessio, bisogna credere nell’innovazione tecnologica. La Siae è complessa come un ministero, ha mostrato poca capacità di innovare, mentre il mondo sta cambiando.”
Soundreef è una startup giovane, lanciata nel 2011, che però con Fedez e d’Alessio avrà di certo molti incassi, e il direttore ha annunciato che dopo il passaggio di questi due cantanti il flusso di iscrizioni è aumentato di moltissimo.
Tuttavia la SIAE resta in testa, infatti conta 80mila autori in Italia contro circa un migliaio della Soundreef, che commenta la scelta di d’Alessio dicendosi “Stupita”.