Il tribunale di Napoli ha reintegrato nel Movimento 5 Stelle 23 persone che ne erano state espulse, sulla base del regolamento, per aver tenuto dei comportamenti “non graditi” al partito. Gli attivisti a cinque stelle avevano fatto ricorso ed il Tribunale aveva effettivamente riconosciuto che “i provvedimenti di esclusione sono stati adottati in forza di un regolamento da ritenersi nullo“.

Adesso all’interno del Movimento 5 Stelle sede di Napoli, però, c’è grande tensione. Non solo perché il Tribunale ha riconosciuto che M5S è un partito a tutti gli effetti e che il regolamento, sulla base del quale diverse persone erano state allontanate dal gruppo politico, non è giuridicamente valido. Il più grande problema dopo la sentenza del tribunale partenopeo è quella della sorte di Federico Pizzarotti, sindaco di Parma ed emblema del dissenso pentastellato.

Il vicepresidente della Camera, Di Maio, esprime però prudenza in merito. Quella del tribunale “non è una sentenza, ma un’ordinanza cautelare, quindi non deve preoccuparci. Aspettiamo il merito” ha sostenuto. Uno dei membri del direttorio pentastellato, Roberto Fico, avverte la necessità di cambiare la struttura dei Cinque Stelle. “Valuteremo quali modifiche eventualmente fare, tra Statuto e regolamento” sostiene. D’altronde, se vogliono essere la prima forza del Paese, l’organizzazione è il minimo.