Zucchero non è nuovo a provocazioni ed eccessi, e il suo nuovo album, “Black Cat”, è un po’ il riassunto della sua vita fatta così, come la conosciamo. Una carriera sfolgorante per l’artista che più di ogni altro italiano fa concerti all’estero, e che ha giò venduto 60 milioni di dischi nel corso della sua carriera.
Il 29 aprile è uscito Black Cat, il nuovo CD, nel quale Fornaciari (questo il vero cognome) dice di essersi permesso il “lusso della libertà“. Un album nero, così egli stesso l’ha definito. UN album 30anarchico, selvaggio, come la vera anima del cantautore, spregiudicata e tagliente. Non è stato un lavoro per la critica, non è stato un lavoro per il successo, dice Zucchero. Si è trattato piuttosto di un lavoro “dentro, a ritroso”.
Ma a ritroso di cosa? Delle proprie esperienze, musicali e non. Film come “Django” di Tarantino e “12 anni schiavo” hanno influenzato la produzione dell’album. E il titolo? “Black Cat”, gatto nero, un animale “così indipendente, libero, anarchico, selvatico” come lo dipinge il cantautore. Che torna alla sua vera natura con questo album: graffiante, storico, poetico, una sorta di pesca a mani libere nei ricordi dell’infanzia e non, nella propria vita fatta di musica e passione. Per far sognare ancora.