Urbi, un’app italiana che “ingloba” Uber
Lui si chiama Emiliano Saurin, è milanese e vive in Germania e ha da sempre il pallino dell’informatica. Proprio in Germania ha conosciuto il fenomeno di Uber e della cosiddetta “sharing mobility” che, come noto dalla vicenda Uber e Blablacar, in Italia non va molto alla grande.
Ma adesso Saurin ha deciso di fare qualcosa in prima persona. Ha fondato, con Serena Schimd, Urbi, app gratuita e italiana che unisce tutti i sistemi di mobilità condivisa. L’applicazione è frutto un po’ del caso, un po’ della ricerca di qualcosa di utile. Alla ricerca di qualcosa che potesse unire tutti i sistemi di car sharing per renderli davvero utili a chi li utilizza.
Urbi è nata così, con 50mila euro di finanziamenti alla Start-up e tre anni di lavoro, e adesso l’app è pronta per il lancio, e in Italia piace. Già, perché i tempi cambiano. L’app permette a chi si muove in città di conoscere ogni sistema di mobilità. Uber, bike sharing, car sharing, e così via.
Non bisogna più installare diverse app per farlo, ne basta una e si è aggiornati in tempo reale su come muoversi in città, utilizzando sistemi di spostamento condivisi. Insomma, una vera e propria rivoluzione che finora ha fatto 90mila download.