Separazione dei beni: tutto quello che c’è da sapere
La separazione dei beni è un argomento che prima o poi tutte le coppie affrontano, che siano in procinto di sposarsi o conviventi. Secondo l’articolo 215 del Codice Civile “i coniugi possono convenire che ciascuno di essi conservi la titolarità esclusiva dei beni acquistati durante il matrimonio”, ma cosa significa nel concreto? Quando è possibile optare per questa decisione?
Nelle prossime righe di questo articolo capiamo insieme cos’è la separazione dei beni per fare chiarezza su questo tema, a volte ostico.
Cos’è la separazione dei beni
A differenza della comunione dei beni, il regime di separazione dei beni prevede che ogni coniuge sia titolare esclusivo dei beni acquisiti durante il periodo di matrimonio. Ciò significa che dopo essersi sposati non cambia nulla per quanto riguarda la titolarità e l’amministrazione dei beni di ciascun coniuge.
La separazione dei beni è un regime di carattere universale, in quanto non riguarda solamente i beni materiali e immateriali, ma anche i diritti acquisiti da ciascuno prima e durante il matrimonio, estendendosi così all’intero patrimonio dei coniugi.
Se ormai abbiamo capito cosa si intende quando si parla di separazione dei beni, vediamo quando è possibile scegliere di optare per questo regime.
Quando e perché farla?
I coniugi possono decidere di adottare questo specifico regime patrimoniale anche in momenti diversi da quello del matrimonio: prima, durante o successivamente. Ma quali sono le differenze?
In caso si decida di optare per il momento precedente o successivo al matrimonio è necessario stipulare la convenzione matrimoniale in presenza di un notaio e di due testimoni, in quanto atto pubblico. Se invece si opta per la seconda ipotesi, i coniugi possono dichiarare la volontà di adottare tale regime alla stessa figura che celebra il matrimonio, esprimendo entrambi il proprio consenso, altrimenti viene applicato automaticamente il regime di comunione dei beni.
Come funziona?
Gli effetti della separazione dei beni sono principalmente due:
- Ognuno dei coniugi conserva la proprietà esclusiva dei beni acquistati prima del matrimonio;
- Ognuno dei coniugi rimane proprietario esclusivo dei beni acquistati durante il matrimonio.
In sostanza, se i coniugi scelgono questo regime mantengono invariati i loro patrimoni personali.
Durante la convivenza, però, è consuetudine che si creino situazioni di utilizzo comune di svariati beni, a prescindere da chi ne è titolare. Inoltre, per molti beni mobili si dimostra complicato individuarne il proprietario a distanza di tempo. In quest’ultimo caso, se nasce un contrasto tra i coniugi, si considera il bene in questione un bene comune a pari quota, a meno che uno dei due non sia in grado di dimostrare di esserne titolare per una quota maggiore o proprietario esclusivo.
Separazione dei beni quando si divorzia
Nelle situazioni in cui viene meno il vincolo matrimoniale cessa anche il regime di separazione dei beni. Uno di questi casi è il divorzio, sia esso consensuale o giudiziale, prevede la cessazione o lo scioglimento degli effetti civili del matrimonio.
In caso di divorzio, la sentenza che ne risulta non ha effetti impattanti dal punto di vista sostanziale, infatti il regime di separazione dei beni spesso viene considerato l’opzione migliore per prevenire effetti che potrebbero verificarsi in caso di regime di comunione.
Il regime di separazione prevede già l’estraneazione in origine dei patrimoni di ciascun coniuge, quindi al momento della sentenza di divorzio rimangono tali.
Sappiamo che queste questioni riguardanti i beni, la decisione tra separazione e comunione o fare i conti con una decisione presa parecchi anni fa possano essere destabilizzanti e problematiche, per cui se doveste aver bisogno di una consulenza legale sul tema, vi suggeriamo di contattare un avvocato divorzista Verona per approfondire la questione.